Dieci anni di qualsiasi cosa, nella nostra vita, hanno un significato dal sapore sempre particolare. In un’attività lavorativa, in un matrimonio, in ogni percorso, dieci anni segnano il momento dei bilanci, se non altro perché il nostro sistema numerico è “decimale”. Per il Vespa Club d’Italia, il 1959 è l’anno del decennale dalla fondazione: un compleanno che in realtà viene celebrato con circa nove mesi di anticipo, dato che il Congresso Nazionale viene indetto, sempre a Viareggio, per il 28 febbraio e il 1 marzo, mentre la nascita dell’Associazione risale al mese di ottobre del 1949.
Ma poco importa, quello che conta è quella cifra, 9, che identifica l’anno: e sin da allora ogni Congresso che si terrà negli anni che terminano con 9 andrà a svolgersi nella città della Versilia. Se i lavori del primo appuntamento si erano svolti all’hotel Belmare, per il decimo viene prescelto lo stabilimento Principe di Piemonte, situato in viale Marconi; in contemporanea al Congresso viene allestita una mostra illustrativa dei dieci anni di attività presso i saloni del Gran Caffè Margherita, sull’omonimo viale; mentre il pranzo ufficiale è messo in programma al Grand Hotel Continentale-Esplanade in piazza Puccini. All’Hotel Belmare, che nessuno dimentica, l’onore di accogliere la cerimonia per l’apposizione e il disvelamento della targa commemorativa che ricorda il 23 ottobre 1949.
Quello di Viareggio è innanzitutto il giorno (meglio la “tre giorni”, dato che già dal pomeriggio del venerdì 27 è previsto l’arrivo dei partecipanti) delle celebrazioni, degli abbracci, delle consegne di riconoscimenti a chiunque abbia navigato in questo mare. Ovvio che sia così, non potrebbe essere diversamente. Sono presenti Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio, i due uomini grazie ai quali la Vespa esiste; con loro un bel numero di dirigenti aziendali venuti da Genova per festeggiare insieme al loro massimo superiore i dieci anni di successi di quell’idea un po’ folle.
Si tratta anche di un Congresso in cui è previsto il rinnovo delle cariche sociali, come accade ogni due anni. La situazione del Vespa Club d’Italia, come abbiamo visto, è tutto sommato eccellente, e se si manifestano qua e là alcuni problemi è per la continua crescita del fenomeno. Tranne il romano Ernesto Pandolfi, che lascia volontariamente l’incarico per ragioni di lavoro, tutti i consiglieri nazionali vengono rieletti. Al posto di Pandolfi entra Marco Parnisari, del Vespa Club Pallanza/Verbania, un eccellente organizzatore che già gode della fiducia totale del Presidente.
Il nuovo Consiglio Direttivo vede dunque Renato Tassinari alla Presidenza; Manlio Riva (Vicenza) e Renzo Castagneto (Brescia) quali vicepresidenti; Franco Cabrini (Cremona) alla segreteria; Bruno Barlacchi (Firenze), Renzo Boccianti (Bari), Elio Bonazzi (Bologna), Achille Leonardini (Genova), Marco Parnisari (Pallanza/Verbania), Franco Leone (Napoli), Pier Francesco Leopardi (Recanati), Ulrico Romei (Livorno) e Pietro Mario Rozza (Torino) in veste di consiglieri; Mario Magrassi, Mario Barberi e Lazzaro Cantoni sono anch’essi confermati come revisori dei conti per il biennio 1959-1960, che si prospetta impegnativo al massimo, anche perché all’orizzonte si stagliano i Giochi Olimpici di Roma, un traguardo che negli occhi di Renato Tassinari è già ben presente, pur trovandosi ancora a quasi due anni di distanza. Sono tantissimi i momenti di celebrazione nel corso dei lavori, a cominciare dalla consegna, a coloro che sono riconosciuti “soci fondatori” del Vespa Club d’Italia di una pergamena e di una medaglia d’oro di conio speciale. Le consegnano loro Tassinari stesso ed Enrico Piaggio, che ha per tutti parole di compiacimento e soddisfazione. Essendo entrambi in questo elenco, i due – in un generale tributo di applausi – si consegnano a vicenda i riconoscimenti davanti alla commozione di molti, primo fra tutti Renzo Castagneto.
Non possono mancare le tradizionali assegnazioni del Trofeo del Turismo, meritatamente spettato al Vespa Club Bologna con grande vantaggio, e della Targa di Eccellenza, che viene attribuita ex-aequo al Vespa Club Torino e al Vespa Club Piombino, volendo andare a premiare le due “categorie” di club, quelli metropolitani e quelli dei piccoli centri, con i toscani prescelti dopo un lungo ragionamento su Legnano. Pietro Mario Rozza, presidente del sodalizio piemontese, con squisito gesto annuncia di voler lasciare ai colleghi il prezioso trofeo, ma Renato Tassinari decide in maniera salomonica di consegnare a entrambi i club una riproduzione della Targa, facendo apporre le due denominazioni alla base di essa.
Il X Congresso Nazionale di Viareggio: una pietra miliare nella storia dell’Associazione al pari del suo omologo di dieci anni prima. Una storia di uomini che credono in ciò che fanno, senza risparmi di energie e di mezzi. Solamente così si può costruire qualcosa di destinato a durare nel tempo ed entrare nella Storia.